Una delle questioni che suscita curiosità ma, al tempo stesso, anche perplessità tra gli utenti è quella del marchio registrato connotato da una forma peculiare e personalizzata.
Quest’adozione dello strumento marchio è chiaramente una variante sul tema principale, ossia quelli del segno distintivo, quindi, non potrà che applicarsi in alcuni casi particolari e ben definiti.Facciamo degli esempi concreti:Uno degli esempi pratici ai quali solitamente si fa riferimento per rendere chiaro il concetto, è il famoso torrone al cioccolato della Toblerone, oppure il mattoncino della lego, oppure la bottiglia della Coca-Cola.
Trattasi di forme costituite ad hoc, per comunicare la particolarità e la peculiarità del brand, per la serie non sono delle forme funzionali e finalizzate all’utilizzo concreto e standard del prodotto in questione, ma assumono una valenza “capricciosa”, non scontata, appositamente ideata e creata prima di registrare un marchio.Facciamo un esempio concreto di un marchio di forma non riconosciuto:A questo punto, per completezza, è giusto indicare un “esempio classico” di marchio di forma non riconosciuto, vale adire il famoso “Cubo di Rubik”.
Dopo aver tentato la registrazione marchio, il richiedente se lo è visto annullare dal tribunale UE, nella causa Rubik’s Brand/Euipo – Simba Toys), visto e considerato che le peculiarità della forma, ossia il cubo, servivano necessariamente per ruotare e raggiungere così l’obbiettivo della composizione delle varie facce caratterizzate dalla presenza dello stesso colore cromatico.
In buona sostanza, non sussisteva nulla di non ovvio e di non scontato nel suddetto marchio tridimensionale.Cosa cambia in termini d’investimento?Non sussistono differenze in termini di costo procedurali e/o tasse da versare, quindi, il quanto costa registrare un marchio risulta esattamente il medesimo.
Discorso ben diverso è comprendere quando si possa realmente adottare tale specifico strumento legale previsto dalla normativa.